In casa Herbivor si è appena conclusa una nuova sfornata di saponi diy. Questa volta è toccato alla combinazione olio di oliva, olio di cocco, olio di mandorle dolci e il nostro carissimo macerato di vaniglia.
Colgo la ghiotta occasione per sfoggiare l’outfit che ogni donna dovrebbe sfoggiare quando comincia a saponificare. E con “saponificare” intendo l’atto di produrre il sapone, non quello di tuffarsi a testa in giù allegramente dentro la soluzione di acqua e soda e mischiare le proprie molecole con quest’ultima. Bando alle ciance, eccomi qua.
Occhiali da sole: l’ambitissima Furstenberg
Guanti: Silky Spontex
Grembiule: Eurospin collezione 2010
Maglia: Terranova
Pantaloni: A.d.i.d.a.s. collezione 1998
Così riccamente agghindata e accessoriata, ho cominciato ad aggirarmi per la cucina raccogliendo e pesando gli ingredienti con il supporto di Fiancé.
Ecco il risultato.
Questa volta abbiamo aggiunto l’olio essenziale di ylang ylang, al nastro ed in cucina è rimasto un buon profumo di fiori. Abbiamo anche coperto il tutto con della pellicola trasparente e messo a riposare nel solito cassetto con una vecchia coperta sopra. Questo accorgimento permette al sapone di continuare la saponificazione al calduccio per le prossime 48 ore. Ci siamo dimenticati, però, di aggiungere dell’amido di riso che, oltre ad avere innumerevoli proprietà benefiche sulla pelle, aiuta a fissare il profumo. La prossima volta cercheremo di ricordarcene.
Per chi fosse interessato a riprodurre il tutto, ecco la ricetta.
Soda caustica: 191 gr
Acqua: 520 gr
Olio d’Oliva: 907 gr
Olio di Cocco: 50 gr
Olio di Mandorle Dolci: 500 gr
Al nastro:
Macerato di Vaniglia: 40 gr
O.E. Ylang Ylang: 6 ml
Cannella in polvere: 1 cucchiaio
Abbiamo anche messo a stagionare il sapone fatto venerdì scorso, facendo una scoperta poco piacevole al momento di estrarre i piccoli dallo stampo antiaderente.
La soda si è letteralmente mangiata il rivestimento antiaderente e il risultato è che quattro saponette cioccovanigliose sono da buttare insieme allo stampo. Maledizione! Abbiamo imparato qualcosa di nuovo, anche se sarebbe stato necessario leggere con più attenzione le varie raccomandazioni nei vari blog.
Chiudo informandovi che in casa Herbivor è stato finalmente realizzato il buonissimo Erbazzone di cui trovate la ricetta qua. La versione in foto comprende del lievito alimentare in scaglie a compensare la scarsa quantità di pangrattato. E’ stato uno spettacolo, un tripudio della salivazione. Forse però la prossima volta useremo l’aglio solo per far insaporire la bietola, perchè crediamo di non averlo digerito bene.